Se hai mai giocato alle costruzioni, saprai bene quanta precisione e attenzione ci vogliano per costruire, erigere un castello, e allo stesso tempo quanto poco ci voglia per buttare tutto giù. Una piccola botta, e tutto il lavoro in frantumi.
Siamo abituati, giustamente, a dare valore al lato positivo del costruire e a fare di tutto per non demolire nulla.
Nel libro di Geremia però, quando Dio parla direttamente al profeta, comunica con queste parole:”Ecco, oggi ti do autorità sulle nazioni e sui regni per sradicare e demolire, per distruggere e abbattere, per edificare e piantare.” (Geremia 1:10).
Cosa può voler dire a noi uomini del XXI secolo, un messaggio dato da Dio diretto al suo popolo migliaia di anni fa?
Che talvolta, nella frenesia di voler riparare qualcosa che sta cadendo a pezzi, rattoppando alla meglio, sarebbe meglio ripartire da un nuovo inizio. Darsi la possibilità di distruggere i fatiscenti castelli per costruire da capo una nuova dimora.
Per avere un nuovo campo su cui piantare e seminare, prima bisogna ararlo. Per avere la possibilità di costruire una nuova casa, prima bisogna demolire quella vecchia.
Sembrano parole astratte, ma in realtà la logica del “demolire per ricostruire” riguarda l’intera nostra esistenza in tutti i suoi lati: relazioni, atteggiamenti, comportamenti, pensieri, azioni.
La predicazione di questa domenica è quindi un’esortazione ad essere saggi e capire in quali lati della nostra vita bisogna demolire e ricostruire, come demolire e come ricostruire.
Tenendo sempre bene in mente che la più grande opera di “distruzione” l’ha compiuta Gesù: ha demolito il regno del peccato per costruire e farci entrare in quello della grazia.
Sermone del 14/08/2024 Past. Angelo Bleve
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