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Fuochi nemici

Quando si parla di altare ci viene in mente il matrimonio, l’amore, un patto di fedeltà, un cambiamento di vita.
Ma c’è dell’altro.
Abramo in ubbidienza a Dio, portò su un altare il suo amato figlio Isacco (che poi venne risparmiato da Dio). Questa ubbidienza di Abramo testimonia di come la sua stessa vita fosse riposta sull’altare: fiducioso, fedele e disposto a rinunciare a parte di sé, a suo figlio. Non scelse di “scendere da quell’altare” quando iniziava a diventare “scomodo”.
Sull’altare il fuoco consumava il sacrificio offerto a Dio: sull’altare di Dio c’é ancora un fuoco capace di trasformarci in qualcosa di nuovo, un fuoco che può consumare il nostro orgoglio e tutto ciò che ci impedisce di sentire la voce di Dio.
Non riponiamo sull’altare solo i nostri problemi e ciò di cui vorremmo liberarci: per vedere l’opera di Dio completarsi nella nostra vita, dobbiamo presentargli tutto di noi stessi e dare la precedenza a ciò che Lui vuole fare di noi, fidandoci fino in fondo.
Non lasciarti consumare da fuochi nemici. Dietro il fuoco dell’altare di Dio c’è la mano di un grande maestro, c’è una grande storia d’amore, c’é fedeltà e vento di vero cambiamento 

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