Per spiegare l’attività dei “gruppi per le case” o “cellule familiari” prendiamo lo spunto dalla biologia. 

 

La cellula è l’unità morfofunzionale, cioè di forma e di funzione, degli organismi viventi, la più piccola struttura ad essere classificabile come vivente.

Alcuni organismi, come ad esempio i batteri o i protozoi, sono costituiti da una singola cellula e definiti unicellulari. Gli altri, come l’uomo [formato da circa 100.000 miliardi (1014) di cellule], sono invece pluricellulari. I principali organismi pluricellulari appartengono tipicamente ai regni animale, vegetale e dei funghi.

Le cellule degli organismi unicellulari presentano caratteri morfologici solitamente uniformi. Con l’aumentare del numero di cellule di un organismo, invece, le cellule che lo compongono si differenziano in forma, grandezza, rapporti e funzioni specializzate, fino alla costituzione di tessuti ed organi.

Le cellule sono una serie di piccoli gruppi che raccolgono membri della chiesa locale e che si incontrano settimanalmente in casa dell’una o dell’altra famiglia. Per conservare e favorire la sua funzionalità, ogni cellula raccoglie dai dodici ai quindici elementi; per questo può essere definita come figura ed espressione della chiesa in piccolo. Caratteristica peculiare di una chiesa è la sua eterogeneità, nel senso che comprende persone di tutte le età e profondamente diverse tra loro, tutti però aventi un unico fondamento che li vincola l’uno all’altro: la fede in Cristo come proprio Salvatore e Signore.

È significativo il fatto che, se non fosse per questo comune denominatore “spirituale“, nella maggioranza dei casi queste persone avrebbero ben poco in comune. La cellula mantiene quindi lo stesso carattere di eterogeneità presente nella chiesa.

Lo scopo fondamentale della cellula è permettere l’integrazione, e quindi la relazione tra coloro che ne fanno parte. Chi entra nella cellula, perchè invitato da qualcuno dei componenti, si renderà conto di non entrare in un club esclusivo, ma nella realtà di un corpo completo, sia pure in piccolo. Si accorgerà che esiste una interazione nella diversità, caratterizzata dall’amore vicendevole, dall’attenzione reciproca, dalla disponibilità a portare i pesi gli uni degli altri. Questo, più di tanti discorsi, permetterà a queste persone di scoprire che l’amore di Cristo non è una favola o uno slogan, ma una realtà visibile e concreta.

 

Suddivisione del territorio e i capocellula:

  • San Benedetto del Tronto zona nord:
  • San Benedetto del Tronto zona sud:

  • Porto d’Ascoli – Centobuchi:

  • Pagliare – Castel di Lama:

  • Ascoli Piceno città:

  • Martinsicuro – Alba Adriatica: